L’articolo 414 del Codice penale, che punisce chi istiga a delinquere, è tornato al centro del dibattito a causa dei social media, diventati volano di messaggi che possono alimentare odio, violenza o estremismo.
Evoluzione giurisprudenziale
· I social network, tra cui Twitter, sono stati qualificati “mezzi di propaganda”, idonei a diffondere contenuti di incitamento secondo la Corte di Cassazione
· Condotte come l’apologia di delitti terroristici o la propaganda razzista online, pur apparentemente astratte, possono integrare il reato penalmente rilevante.
· I nuovi commi inseriti nel codice puniscono esplicitamente l’istigazione motivata da odio razziale o religioso, negazionismo o pedopornografia.
Criticità e ambiti applicativi
1. Libertà di espressione vs. ordine pubblico: il confine tra opinione e istigazione è labile, e la giurisprudenza mira a valorizzare la pericolosità concreta del messaggio.
2. Nuove ipotesi aggravate: incitamento verso l’odio, propaganda terroristica o razzista, negazionismo, pedofilia sono perseguiti con maggiore severità.
3. Prove digitali: preservare e documentare post, tweet o chat è fondamentale per la difesa, così come affidarsi a periti informatici.
Linee guida per cittadini e professionisti
· Controllo editoriale: moderare contenuti potenzialmente pericolosi prima della pubblicazione su forum o blog.
· Formazione obbligatoria: per giornalisti, influencer e operatori online, sul confine tra informazione e instigazione.
· Difesa mirata in caso di procedimenti penali: impugnare contestazioni su contesto, intenti o effettiva capacità di istigare.
La diffusione di messaggi online è sotto crescente attenzione da parte del legislatore e della giurisprudenza. Per evitare sanzioni penali o agire in difesa di imputati per istigazione, lo Studio Legale dell’Avv. Michele Sirica offre analisi preventive, assistenza nei procedimenti e supporto difensivo su misura.

